Il rebranding non si può programmare ma si può prevedere.
Il rebranding aziendale o di prodotto a volte è necessario e l’azienda e i clienti inviano segnali d’avvertimento che ci dicono che è ormai necessario. Spesso ci arrivano copiosi, ma la resistenza al cambiamento è quasi sempre in agguato. Spesso affrontare un rebranding ci costringe a modificare tutta la nostra Corporate Identity e questo ci scoraggia. Allora tergiversiamo e posticipiamo senza capire che il rischio è notevole: i nostri clienti ci percepiranno per quell’immagine obsoleta e non al passo con i tempi. A volte è tardi.
Come potete vedere nello slide show, anche i Brand più famosi sono costretti a rivedere il loro logo. Spesso devono farlo perchè il cambiamento nella nostra società dei consumi è repentino e non lascia scampo a chi si attarda nel mantenere tradizioni ormai sorpassate. Facciamo l’esempio di Barilla, la semplificazione dei marchi che il mercato ha imposto a tutti ha costretto Barilla ad abbandonare la doppia ellissi che la caratterizzava. La pasta all’uovo era alla base della tradizione e il logo riportava la metafora dell’uovo e del suo tuorlo. L’occhio delle persone è bombardato da mille immagini e l’essenzialità ha costretto Barilla a semplificare e a ridurre ad una l’ellissi.
A volte il mercato è spietato e costringe a scelte anche dolorose.
Ecco alcune regole che ci aiutano a capire quando è giunto il momento per cambiare la vs Brand identity.
Rebranding 1)
Il segnale del può arrivare dal cambiamento del vostro target
Il successo massimo di Apple è coinciso con il redesign del Marchio. Sempre una mela ma non più con l’arcobaleno ma molto hitech e tecnologica
È bastato questo? No certamente ma il target era cambiato e l’arcobaleno della pace non era più in sintonia con il mercato. Probabilmente c’è voluto un grande coraggio e un’intuizione che a volte le nostre aziende non hanno. I dettagli sono importanti, un carattere vecchio invecchia l’azienda, un colore obsoleto la rattrista o la sminuisce. Nel mercato ci sono dei cicli, chiamiamole mode anche se mode non sono. Ricordate quando negli anni 80 le cucine improvvisamente sono diventate tutte gialle? E quando è arrivata la tendenza Total White e ora quella Natural, etc. Che le chiamiate moda o tendenza o cambiamento, non fa differenza, il mondo semplicemente cambia e la vostra azienda con esso. Perchè non dovrebbe cambiare il vostro Brand? Ah sì, forse perchè è faticoso o costoso. Ma ai vostri clienti interessa se per voi è faticoso o costoso?
Rebranding 2)
Il segnale può arrivare dal cambiamento della vs filosofia aziendale
Il tempo è un indicatore che ci può aiutare a evitare di adagiarci in consuetudini che possono rivelarsi soporifere. Una buona regola che consiglio è attorniarsi di bravi collaboratori e programmare una riunione annuale per fare il punto della situazione. Stampate in Fto A3 il vostro logo aziendale e poi quello dei vostri concorrenti diretti e appendetelo ad una parete. Vi accorgerete subito se qualcuno di loro ha adeguato l’immagine, se ha rinnovato le font, i colori, se ha arrotondato le forme o destrutturato il logo. Non restate legati ai vostri vecchi schemi e domandatevi sempre perchè.
Rebranding 3)
Il segnale può arrivare dal mercato e non risparmia nessuno
Ogni azienda si deve confrontare con il mercato, anche la nostra ha dovuto farlo. In oltre 30 anni di attività non siamo rimasti immuni dai cambiamenti e vi dimostro come. Il nostro precedente marchio è stato creato negli anni 80 nel periodo della Milano da bere e aveva l’obbiettivo di presentare un’agenzia solida e con i piedi ben piantati per terra. La sua struttura era basata su 2 parallelepipedi di colore Rosso cupo e grigio antracite.
Senza accorgerci ci siamo trovati nella nuova era Digital e Social. Il mercato si è fatto liquido, le richieste erano dinamiche e il nostro marchio non ci rappresentava più. Siamo stati abili a sentire il mutar del vento e abbiamo cambiato il Marchio, la corporate identity, le brochure, il sito web. E voilà il gioco era fatto, l’agenzia ha ripreso energia.
Rebranding 4)
Il segnale può arrivare dall’interno dell’azienda
Vi sarà sicuramente capitato il collega o il manager o l’agente che la butta lì: “beh certo che andiamo così male, guarda come si presentano i nostri concorrenti” oppure “abbiamo un marchio che sembra quello di mia nonna, mi vergogno di andare dai clienti con questo biglietto da visita” oppure “avessimo noi il brand di quell’azienda” Quante volte avete ignorato questi segnali rispondendo “siamo sempre andati bene così, cosa c’entra il brand aziendale” oppure “si e poi chi ce lo dice che è una questione di immagine aziendale.
Rebranding 5)
Il segnale può arrivare dall’esterno dell’azienda
Difficilmente troverete una persona che esplicitamente vi dirà che avete un Brand aziendale obsoleto ma a volte capita. Un giorno ero a una riunione e a fianco a me ho fatto amicizia con un altro fornitore. Ci siamo scambiati il biglietto da visita e mi ha rifilato un improbabile biglietto realizzato con quelle macchinette automatiche. Al mio consiglio di ridisegnare il tutto si è quasi offeso e mi ha detto questa frase: “Quando farai il fatturato che faccio io con il mio numero di dipendenti vieni a dirmi cosa dovrei fare”. E’ inutile dire che questa frase mi è stata rivolta prima della crisi del 2007 e che ora questa azienda non esiste più. I segnali possono essere di genere molto diverso e essere difficili da interpretare perchè spesso il ritmo di ogni giorno ci distrae e non ci lascia il tempo di verificare i cambiamenti che avvengono nella società.