Ripartenza cosa significa
Ripartenza, una volta recuperata una posizione ha come suo obiettivo quello di effettuare una transizione veloce (ripartenza) per rimettere la palla in gioco. Cercherò di rappresentare la ripartenza al futuro con una metafora sportiva. Sembrerà strano ma è proprio così. La nostra vita, la vita delle nostre aziende e dei nostri prodotto e/o servizi sono una continua ripartenza.
Immaginate la vostra vita come una partita a tennis, il primo atto del tennis è la battuta.
Iniziare uno scambio presuppone un’azione. L’azione potrà portare ad un risultato positivo immediato (l’ace) oppure un servizio che metta in difficoltà l’avversario, una rimessa in gioco dal quale far partire uno scambio e in alcuni casi un doppio fallo.
Analizziamo insieme i vari tipi di ripartenza e vediamo quale sia il migliore per le nostre aziende e per il nostro tennis.
Il Doppio Fallo, l’improvvisazione e lo stress.
Paragonerei il doppio fallo da stress a quelle start up che scelgono di iniziare la propria attività con approssimazione e senza un piano d’azione, senza aver analizzato il mercato, i competitor, le capacità economiche etc. Insomma quegli imprenditori che assomigliano a quei giocatori sprovveduti che entrano in campo conoscendo a malapena le regole del gioco o che cercano di sopperire alle proprie mancanze con tentativi di battuta violenta ma spesso imprecisa.
Il doppio fallo ha anche un risvolto più sottile per il giocatore esperto e avviene solitamente in una situazione di pericolo o di stress emotivo. Anche in questo caso il manager poco esperto sarà tentato dall’azzardo: “se mi riesce questo colpo sistemo il problema”. Vero, se ti riesce il colpo potresti risolvere tutti i tuoi problemi ma spesso oltre al rischio esiste l’avversario che può impattare la tua velocissima palla e ribattere mettendoti ancora più in difficoltà.
Se avete come avversario Nole Djokovic, il miglior ribattitore del circuito, non vi consiglio questa strategia. In genere cercherei di lasciare perdere l’improvvisazione e mi concentrerei sulla concretezza.
La rimessa in gioco o ripartenza
Esistono due tipi di rimessa in gioco: quella che mette in difficoltà l’avversario e mette le premesse al colpo successivo e quella che consegna l’iniziativa del gioco all’avversario. La seconda solitamente è appannaggio del solito giocatore di cui abbiamo parlato prima che alterna tentativi violenti a mozzarelle che consegnano il gioco all’avversario e porta alla sconfitta.
L’eccezione sono gli sportivi che fanno della prestanza fisica la loro arma principale. Questo specifico giocatore è spesso associato a espressioni tipo “pallettaro”, “podista” “tecnicamente poco dotato”. A questo giocatore abbinerei l’imprenditore con molta esperienza che spesso non investe in nuove tecnologie e in innovazione. È talmente sicuro delle proprie doti di esperienza/resistenza che pensa: “passerà anche questa, basta aspettare”.
La categoria dei giocatori che utilizza il servizio per aprirsi la strada e pianifica il colpo successivo con un servizio ad uscire che sposta l’avversario fuori dal campo è il tipo di giocatore intelligente che rischiando poco si mette nelle migliori condizioni per pianificare l’azione successiva, non rischia ma non arretra.
È il tipo di imprenditore che nel momento della difficoltà ha utilizzato il tempo per prepararsi alla ripresa, ha investito in nuove tecnologie, ha preparato una nuova strategia marketing, ha innovato in processi di comunicazione interna, ha pensato e creato le premesse a nuovi servizi e/o prodotti. È il manager che come Federer o Nadal quando non sono in giornata, come si dice in gergo raccattano anche la spazzatura. Limitano i danni e attendono il momento per ripartire senza regalare nulla all’avversario.
L’ace e “o la va o la spacca”
La soluzione a tutti i mali è risolvere tutto in poco tempo. Ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. La battuta vincente rientra in questa casistica. Purtroppo c’è un però anche in questo caso o meglio più di un però. Per fare un Ace il giocatore e l’imprenditore devono possedere caratteristiche molto specifiche. Devono saper battere a velocità assurde (anche sopra i 230 Km orari Es. Raonic) oppure avere la capacità di sorprendere l’avversario senza dare riferimenti (Federer o Djokovic).
L’imprenditore deve avere nel suo borsone un colpo vincente efficace e che da poco scampo ai competitor. Mettere sul mercato un servizio o un prodotto che lascia basiti i concorrenti e gli consente di trarre un grande vantaggio da questa iniziativa. Un pò come il tennista che lascia fermo sul posto il suo avversario che non ha nemmeno il tempo di vedere da dove parte il colpo e senza poter prevedere dove atterrerà.
Lo so che vi piacerebbe essere questo tipo di imprenditore/giocatore ma nel 99,9% dei casi le aziende e il tennis di molti giocatori non è così risolutivo ed efficace. Ma tra Raonic e Federer chi preferireste essere? Uno che ha un solo colpo che se quel giorno è un pò ballerino non vi darà l’efficacia che vi aspettate, oppure un Djokovic che mette in difficoltà costante l’avversario e che può poi finire il punto con dritto o rovescio indifferentemente?
Vi riporto una frase di Brad Gilbert tratta dal suo libro VINCERE SPORCO:
“Prendi lezioni dal maestro del tuo club. Ma non chiedere la solita lezione. Siediti con lui/lei a prendere un caffè e chiedigli di riferirti cosa consiglierebbe ad un altro giocatore per batterti. Dove sei vulnerabile.”
Per la legge del contrappasso se sei un imprenditore anziché continuare sulla solita strada, consulta un bravo professionista, prendi con lui/lei un caffè e chiedigli di riferirti cosa consiglierebbe ad un altro imprenditore per batterti. Dove sei vulnerabile.” E poi una bella ripartenza.
Dario Preda